le Due colonne
della       Letterina

 

SETTEMBRE 2006

Messaggio del 2 settembre 2006 ( Mirjana )
La Madonna non ha dato un messaggio classico ma ha detto:
“Voi sapete che ci raduniamo perché Io possa aiutarvi a conoscere l’amore di Dio”

Miriana ha detto che la Vergine ha parlato dei tempi futuri.

In questo contesto ha detto:
“Io vi raduno sotto il mio manto materno, per aiutarvi a conoscere l'amore di Dio e la sua grandezza. Figli miei, Dio è grande. Sono grandi le sue opere. Non ingannatevi che potete fare senza di Lui neanche un passo, figli miei. Andate e testimoniate il suo amore. Io sono con voi. Vi ringrazio”.

Messaggio del 1 settembre 2006 (Ivan)
Cari figli in modo speciale anche oggi la Madre vi invita:
“Cari figli,
 riportate la preghiera nelle vostre famiglie. Pregate, cari figli, nelle vostre famiglie; che con la preghiera ritorni la pace l'amore e la gioia. La Madre prega con voi, pregate cari figli! Grazie perchè avete risposto alla mia chiamata”.

 

LETTERA ENCICLICA   DEUS CARITAS EST
DEL SOMMO PONTEFICE
BENEDETTO XVI

(….) la « mistica » del Sacramento ha un carattere sociale, perché nella comunione sacramentale io vengo unito al Signore come tutti gli altri comunicanti: « Poiché c'è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell'unico pane », dice san Paolo (1 Cor 10, 17).
L'unione con Cristo è allo stesso tempo unione con tutti gli altri ai quali Egli si dona. Io non posso avere Cristo solo per me; posso appartenergli soltanto in unione con tutti quelli che sono diventati o diventeranno suoi. La comunione mi tira fuori di me stesso verso di Lui, e così anche verso l'unità con tutti i cristiani. Diventiamo « un solo corpo », fusi insieme in un'unica esistenza. Amore per Dio e amore per il prossimo sono ora veramente uniti: il Dio incarnato ci attrae tutti a sé. Da ciò si comprende come agape sia ora diventata anche un nome dell'Eucaristia: in essa l'agape di Dio viene a noi corporalmente per continuare il suo operare in noi e attraverso di noi. Solo a partire da questo fondamento cristologico-sacramentale si può capire correttamente l'insegnamento di Gesù sull'amore
Il passaggio che Egli fa fare dalla Legge e dai Profeti al duplice comandamento dell'amore verso Dio e verso il prossimo, la derivazione di tutta l'esistenza di fede dalla centralità di questo precetto, non è semplice morale che poi possa sussistere autonomamente accanto alla fede in Cristo e alla sua riattualizzazione nel Sacramento: fede, culto ed ethos si compenetrano a vicenda come un'unica realtà che si configura nell'incontro con l'agape di Dio. La consueta contrapposizione di culto ed etica qui semplicemente cade.
Nel « culto » stesso, nella comunione eucaristica è contenuto l'essere amati e l'amare a propria volta gli altri. Un' Eucaristia che non si traduca in amore concretamente praticato è in se stessa frammentata. Reciprocamente — come dovremo ancora considerare in modo più dettagliato — il « comandamento » dell'amore diventa possibile solo perché non è soltanto esigenza: l'amore può essere « comandato » perché prima è donato.

 

TRATTATO DELLA VERA DEVOZIONE A MARIA
di San Luigi Maria Grignion de Montfort

MARIA NELLA SANTA CHIESA

33. Di più. Essendo Gesù Cristo oggi più che mai il frutto di Maria, infatti il cielo e la terra ripetono mille e mille volte al giorno: «E benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù», è sicuro che Gesù Cristo è per ciascun uomo in particolare che lo possie­de, e per tutti in generale, vero frutto e opera di Maria. Se un fedele ha Gesù Cristo formato nel suo cuore, può dire con certez­za: «Grazie a Maria: ciò che io possiedo è effetto e frutto suo; senza di lei non l'a­vrei». A lei si possono applicare, con più verità che san Paolo non le applichi a se stesso, queste parole: «Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi». «Io genero ogni giorno i figli di Dio, fino a tanto che in loro sia formato nella sua piena maturità Gesù Cristo, mio Figlio». Sant'Agostino, superando se stes­so e quanto ho appena detto, scrive che tutti i veri fedeli, per essere conformi all'imma­gine del Figlio di Dio, sono in questo mondo nascosti nel grembo della Santa Vergine, dove vengono custoditi, nutriti, curati e fatti crescere da questa buona Madre, fino al momento di darli alla luce nella gloria, dopo la morte, che è esatta­mente il giorno della loro nascita, come la Chiesa chiama la morte dei giusti. O mistero di grazia, sconosciuto a chi non ha fede e poco conosciuto anche dai credenti!
34. Dio Spirito Santo vuole formarsi degli eletti in lei e per mezzo di lei e le dice: «Metti radici nei miei eletti». Mia amatissima e mia Sposa, metti la radice di tutte le tue virtù nei miei eletti, perché cre­scano di virtù in virtù, di grazia in grazia. Io ho preso tanto diletto in te quando vive­vi sulla terra, nella pratica delle virtù più sublimi, che io desidero trovarti ancora sulla terra, senza per questo lasciare il cielo. Perciò ti devi riprodurre nei miei elet­ti: che io possa vedere in essi con piacere le radici della tua fede incrollabile, della profonda umiltà, della mortificazione uni­versale, dell'orazione sublime, della carità ardente, della ferma speranza e di tutte le tue virtù. Tu rimani sempre la mia Sposa, fedele, pura e feconda più che mai: la tua fede mi dia fedeli, la tua purezza vergini, la tua fecondità eletti e templi di Dio.

Tratto da http://www.totustuus.org/Veradevozione/Trattato0.htm#Trattato

 

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