TRATTATO

 

della Vera Devozione

 

a MARIA

 

di San Luigi Maria Grignion de Montfort

Giovanni Paolo II nell’enciclica Redemptoris Mater ha definito il santo Luigi Maria Grignion de Montfort maestro e testimone di autentica spiritualità mariana.
      Il santo da Montfort scrive nel suo “Trattato della vera devozione a Maria”: (10,11) “La divina Madre non è stata ancora abbastanza conosciuta, lodata, amata e servita….questa è una delle ragioni per le quali Cristo non è ancora conosciuto come si deve.”
      Il Concilio Vaticano II esorta i cristiani a contemplare la Beata Vergine Maria non come un modello isolato, ma come Madre e collaboratrice del Redentore, inserita in modo vitale nel mistero di Cristo e della Chiesa.
      Ancora Giovanni Paolo II scrive, nell’enciclica citata, riguardo alla proposta spirituale di S. Luigi da Montfort: “Mi è caro ricordare, tra i tanti testimoni e maestri di spiritualità mariana, la figura di S. Luigi Grignion de Montfort, il quale proponeva ai cristiani la Consacrazione a Cristo per le mani di Maria, come mezzo efficace per vivere fedelmente gli impegni battesimali” (RM 48).
      Sulla scia di un così ispirato maestro ci sarà allora più facile conoscere, amare e servire la Madre del Signore.
      Il credente dunque, è pronto a rinnovare le promesse del proprio battesimo sul modello di Maria in collaborazione con lo Spirito Santo per divenire conforme a Cristo e condurre anche altri sulla via della salvezza a Gloria del Padre.

 

Consacrazione

(rinnovo dei voti battesimali)

 

Consapevole

della mia vocazione cristiana,

io rinnovo oggi nelle Tue mani,

o Maria, gli impegni del mio Battesimo.

Rinuncio

a satana, alle sue seduzioni,

alle sue opere

e mi consacro a Gesù Cristo

per portare con Lui la mia croce

nella fedeltà di ogni giorno

alla volontà del Padre.

Alla presenza di tutta la Chiesa

Ti riconosco per mia Madre e Sovrana.

A Te offro e consacro la mia persona,

la mia vita e il valore delle mie buone

opere passate, presenti e future.

Disponi di me e di quanto mi appartiene

alla maggior gloria di Dio

nel tempo e nell’eternità.

Amen

 

MARIA NEL DISEGNO DI DIO E NEL DISEGNO DELLA CHIESA

 

[6] Affermo con i Santi che la divina Maria è il paradiso terrestre del nuovo Adamo, dove egli per opera dello Spirito Santo, si è incarnato per operare incomprensibili meraviglie; Maria è il mondo di Dio, grande e divino, dove si trovano bellezze e tesori ineffabili.

È la magnificenza dell'Altissimo, dove questi nascose, come nel proprio seno, il suo unico Figlio, ed in lui tutto quanto egli ha di eccellente e di più prezioso. Oh! quante cose grandi e nascoste ha fatto Dio onnipotente in questa creatura mirabile, come lei stessa dovette ammettere nonostante la sua profonda umiltà:«Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente». Il mondo non le conosce, perché ne è incapace e indegno.

 

 

[7] I Santi hanno detto cose meravigliose di questa santa città di Dio (Maria) e, stando alle loro stesse testimonianze, non sono mai stati così eloquenti e felici, come quando hanno parlato di lei. Proclamano perfino che l'altezza dei suoi meriti, da lei innalzati fino al trono della divinità, non si può scorgere; la larghezza della sua potenza, estesa perfino sopra un Dio, non si può capire infine, la profondità della sua umiltà e di tutte le sue virtù e grazie, pari ad un abisso, non si può sondare. O altezza incomprensibile, larghezza ineffabile, grandezza smisurata, abisso insondabile!

 

 

[8] Ogni giorno, da un capo all'altro della terra, nel più alto dei cieli, nel più profondo degli abissi, tutto proclama, tutto divulga l'ammirabile Maria. I nove cori degli angeli, le persone di ogni sesso, età, condizione, religione, buoni e cattivi e persino i demoni sono costretti volentieri o no a proclamarla beata, in nome della verità.

Tutti gli angeli nei cieli -dice San Bonaventura- le cantano incessantemente: «Santa, santa, santa Maria, Vergine Madre di Dio». E milioni e milioni di volte, ogni giorno, le rivolgono il saluto angelico «Ave Maria...», mentre si prostrano dinanzi a lei e chiedono il favore d'essere onorati di un suo comando. «San Michele stesso, -dice sant'Agostino- benché principe di tutta la Corte celeste, è il più zelante nel renderle e farle rendere ogni sorta di omaggi, sempre in attesa di avere l'onore di volare, ad un suo cenno, in soccorso di qualcuno dei suoi servi».

 

 

[9] Tutta la terra è piena della sua gloria, particolarmente fra i cristiani, dai quali è scelta quale patrona e protettrice di parecchi regni, province, diocesi e città. Quante cattedrali consacrate a Dio, sotto il suo nome! Non c'è chiesa che non abbia un altare in suo onore; non regione, non contrada, dove non si trovi qualcuna delle sue miracolose immagini, davanti alle quali si guarisce da ogni male e si ottiene ogni bene. Quante confraternite e congregazioni in suo onore! Quanti istituti religiosi sotto il suo nome da sua protezione! Quanti confratelli e consorelle di tutte le pie associazioni, religiosi e religiose di tutti gli Ordini, pubblicano le sue lodi e annunciano le sue misericordie!

Non c'è nemmeno un bambino che, balbettando l'Ave Maria, non la lodi. Non c'è un peccatore che, sebbene ostinato, non abbia in lei qualche scintilla di speranza. Non c'è neppure un solo demonio nell'inferno che, temendola, non la rispetti.

 

[10] È dunque giusto e doveroso ripetere con i Santi: «DE MARIA NUMQUAM SATIS» . Maria non è stata ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata, amata e servita. Ella merita più lode, rispetto, amore e servizio.

 

[11] Bisogna anche affermare con lo Spirito Santo: «Tutto lo splendore della figlia del Re è nell'interno» . Tutta la gloria esteriore, che a gara le rendono il cielo e la terra, si direbbe un nulla a paragone di quella che ricevette interiormente dal Creatore e che non è conosciuta dalle povere creature, le quali non possono penetrare nel segreto più intimo del Re.

 

[15] Però affermo che, supposte le cose come sono, avendo voluto cominciare e compiere le sue più grandi opere per mezzo della Vergine Maria fin dal momento in cui l'ha plasmata, bisogna credere che non cambierà metodo nei secoli dei secoli. Egli è Dio e non muta per niente né sentimenti né modo di agire.

 

MARIA NEL MISTERO DI CRISTO

Nell'incarnazione

[16] Dio Padre ha dato al mondo il suo unico Figlio soltanto per mezzo di Maria. Per quanti sospiri abbiano elevato i patriarchi, per quante richieste abbiano presentato i profeti e i santi dell'antica legge, durante quattromila anni, per avere un simile tesoro, soltanto Maria l'ha meritato ed ha trovato grazia davanti a Dio con la veemenza delle sue preghiere e con la sublimità delle sue virtù. Il mondo - dice sant'Agostino - era indegno di ricevere il Figlio di Dio direttamente dalle mani del Padre. Questi l'ha dato a Maria perché il mondo lo ricevesse per mezzo di lei. Il Figlio di Dio si è fatto uomo per la nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria. Dio Spirito Santo ha formato Gesù Cristo in Maria, ma dopo averle chiesto il consenso per mezzo di uno dei primi ministri della sua corte.

Nei misteri della Redenzione

[17] Dio Padre ha comunicato a Maria la propria fecondità, per quanto ne era capace una semplice creatura, per darle il potere di generare il suo Figlio e tutti i membri del suo corpo mistico.

Nell'incarnazione

[20] Dio Spirito Santo, che è sterile nella divinità, cioè non produce altra persona divina, è divenuto fecondo per mezzo di Maria, che ha sposata. E' con lei, in lei e da lei che egli ha prodotto il suo capolavoro, che è un Dio fatto uomo, e che produce ogni giorno, fino alla fine del mondo, i cristiani fedeli, membri del corpo di questo capo adorabile: perciò, quanto più egli trova Maria, sua cara e indissolubile Sposa, in un'anima, tanto più diventa operante e potente per formare Gesù Cristo in quell'anima e l'anima in Gesù Cristo.

 

[21] Con questo non si vuoi dire che sia la Santa Vergine a dare fecondità allo Spirito Santo, come se egli non l'avesse da sè, poiché essendo Dio, possiede la fecon­dità e la capacità di produrre, come il Padre e il Figlio, anche se non la mette in atto, dal momento che non dà origine ad altra persona divina. Si vuol dire che lo Spirito Santo, tramite la Santa Vergine, di cui vuole servirsi benché non ne abbia un bisogno assoluto, traduce in atto la propria fecondità, producendo in lei e per mezzo di lei Gesù Cristo e i suoi membri. O mistero di grazia, sconosciuto anche ai più dotti e spirituali tra i cristiani!

 

MARIA NELLA SANTA CHIESA

 

[22] La condotta che le tre Persone della Santissima Trinità hanno tenuto nell'Incarnazione e nella prima venuta di Gesù Cristo, è da loro mantenuta ogni giorno, in maniera invisibile, nella santa Chiesa e sarà conservata fino alla consumazione dei secoli, nell'ultima venuta di Gesù Cristo.

 

[23] Dio Padre ha radunato una massa di acque che ha chiamato mare; egli ha pure riunito un insieme di tutte le grazie che ha chiamato Maria. Questo grande Dio possiede un tesoro, o un deposito ricchissimo, dove ha racchiuso tutto ciò che ha di bello, di splendido, di raro e di prezioso, perfino il suo proprio Figlio; questo tesoro immenso non è altro che Maria, che i santi chiamano tesoro del Signore e della cui pienezza gli uomini sono arricchiti.

 

[24] Dio Figlio ha comunicato alla sua Madre tutto ciò che ha acquisito con la sua vita e la sua morte, i suoi meriti infiniti e le sue mirabili virtù e l'ha costituita tesoriera di tutto ciò che il Padre gli aveva dato in eredità; è per mezzo di lei che egli applica i propri meriti ai suoi membri, che comunica le proprie virtù e distribuisce le sue grazie; è il suo canale misterioso, il suo acquedotto, attraverso il quale fa passare con dolcezza e abbondanza le sue misericordie.

 

[25] Dio Spirito Santo ha comunicato a Maria, sua Sposa fedele, i propri doni ineffabili; l'ha scelta come dispensatrice di tutto ciò che possiede, di modo che ella distribuisce a chi vuole, nella misura che vuole, come e quando vuole, ogni dono e grazia; nessun dono celeste giunge agli uomini senza passare dalle sue mani verginali. Questa è la volontà di Dio: che noi riceviamo tutto per mezzo di Maria. E così sarà arricchita, innalzata e onorata dall'Altissimo colei che si era dichiarata povera, umile e nascosta fin nel profondo del nulla con la sua intima umiltà e per tutta la sua vita. Ecco il sentire della Chiesa e dei santi Padri.

 

[26] Se parlassi a degli spiriti critici di oggi, mi fermerei più a lungo a provare ciò che ho detto con semplicità, citando la Sacra Scrittura e i santi Padri, di cui potrei riferire i testi in latino; potrei portare molte solide motivazioni, come si possono trovare sviluppate a lungo nel libro La triplice corona della Santa Vergine, del padre Poiré. Ma io parlo in particolare ai poveri e ai semplici, i quali hanno di solito buona volontà e maggior fede dei sapienti e sanno credere con più semplicità e maggior merito. Perciò mi accontento di esporre la verità semplicemente, senza fermarmi a citare tutti i passi latini, che essi neppure capiscono. Nè riferirò alcuni, senza farne una ricerca sistematica. Ma proseguiamo.

 

[27] La grazia perfeziona la natura, e la gloria perfeziona la grazia. E' dunque certo che Cristo Signore anche in cielo è ancora Figlio di Maria, come lo era sulla terra e quindi ha conservato la sottomissione e l'obbedienza del più perfetto dei figli nei riguardi della migliore di tutte le madri. Ma non dobbiamo vedere in questa dipendenza una forma di abbassamento o di imperfezione in Gesù Cristo. Essendo Maria infinitamente al di sotto del suo Figlio, che è Dio, non lo comanda come farebbe una madre qui in terra con un suo figlio, che deve essere sottomesso. Maria essendo tutta trasformata in Dio dalla grazia e dalla gloria che trasformano i santi in lui, non chiede, non vuole e non fa nulla che sia contrario all'eterna e immutabile volontà di Dio. Quando si legge quindi negli scritti dei santi Bernardo, Bernardino, Bonaventura, ecc. che in cielo e sulla terra tutto è sottomesso alla Santa Vergine, perfino Dio stesso, essi intendono dire che l'autorità che Dio ha dato a lei è così grande da sembrare che ella abbia il medesimo potere di Dio e che le sue preghiere e domande sono così potenti presso Dio da diventare come dei comandi presso la sua Maestà, che non resiste mai all'invocazione della sua cara Madre, poiché Ella è sempre umile e conforme alla sua volontà. Se Mosè, con la forza della sua preghiera, fermò la collera di Dio sugli Israeliti, in modo così efficace che l'Altissimo e infinitamente misericordioso Signore, non potendo resistere, gli disse di lasciarlo andare in collera e punire quel popolo ribelle, che cosa dobbiamo pensare noi, a più forte ragione, della preghiera dell'umile Maria, la degna Madre di Dio, più potente presso la sua Maestà che non le preghiere e le intercessioni di tutti gli angeli e i santi del cielo e della terra?

 

[31] Dio Figlio vuole formarsi e, per così dire, incarnarsi ogni giorno nei suoi membri per mezzo della sua cara Madre e le dice: «Prendi in eredità Israele». Come se dicesse: Dio mio Padre mi ha consegnato in eredità tutte le nazioni della terra, gli uomini buoni e cattivi, fedeli e non creden­ti; io li condurrò, gli uni con scettro d'oro e gli altri con verga di ferro; degli uni sarò il padre e il difensore, degli altri il giusto castigatore e di tutti il giudice. Ma tu, mia cara Madre, avrai in eredità e in possesso solo i fedeli credenti, raffigurati da Israele e come loro buona madre li darai alla luce, li nutrirai e farai crescere; come loro Regina, li guiderai, li governerai e li difenderai.

 

[32] «L'uno e l'altro è nato in esso», dice lo Spirito Santo. Secondo la spiegazione di alcuni Padri, il primo uomo nato da Maria è l'Uomo-Dio, Gesù Cristo; il secondo è il semplice uomo, figlio di Dio e di Maria per adozione. Se Gesù Cristo, il Capo degli uomini, è nato in lei, anche i veri credenti, che sono membri di questo Capo, devono per conseguenza necessaria nascere in lei. Una stessa madre non mette al mondo la testa, o il capo, senza le membra, né le membra senza la testa: sarebbe un mostro della natura. Così nell'ordine della grazia, il capo e le membra nascono da una stessa madre. Se un mem­bro del Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè un vero credente, nascesse da un'altra madre, diversa da Maria che ha generato il Capo, non sarebbe un autentico credente, né un membro di Gesù Cristo, ma una spe­cie di mostro nell'ordine della grazia.

 

[33] Di più. Essendo Gesù Cristo oggi più che mai il frutto di Maria, infatti il cielo e la terra ripetono mille e mille volte al giorno: «E benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù», è sicuro che Gesù Cristo è per ciascun uomo in particolare che lo possiede, e per tutti in generale, vero frutto e opera di Maria. Se un fedele ha Gesù Cristo formato nel suo cuore, può dire con certezza: «Grazie a Maria: ciò che io possiedo è effetto e frutto suo; senza di lei non l'avrei». A lei si possono applicare, con più verità che san Paolo non le applichi a se stesso, queste parole: «Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel dolore finché non sia formato Cristo in voi». «Io genero ogni giorno i figli di Dio, fino a tanto che in loro sia formato nella sua piena maturità Gesù Cristo, mio Figlio». Sant'Agostino, superando se stesso e quanto ho appena detto, scrive che tutti i veri fedeli, per essere conformi all'immagine del Figlio di Dio, sono in questo mondo nascosti nel grembo della Santa Vergine, dove vengono custoditi, nutriti, curati e fatti crescere da questa buona Madre, fino al momento di darli alla luce nella gloria, dopo la morte, che è esattamente il giorno della loro nascita, come la Chiesa chiama la morte dei giusti. O mistero di grazia, sconosciuto a chi non ha fede e poco conosciuto anche dai credenti!

 

[34] Dio Spirito Santo vuole formarsi degli eletti in lei e per mezzo di lei e le dice: «Metti radici nei miei eletti». Mia amatissima e mia Sposa, metti la radice di tutte le tue virtù nei miei eletti, perché crescano di virtù in virtù, di grazia in grazia. Io ho preso tanto diletto in te quando vivevi sulla terra, nella pratica delle virtù più sublimi, che io desidero trovarti ancora sulla terra, senza per questo lasciare il cielo. Perciò ti devi riprodurre nei miei eletti: che io possa vedere in essi con piacere le radici della tua fede incrollabile, della profonda umiltà, della mortificazione universale, dell'orazione sublime, della carità ardente, della ferma speranza e di tutte le tue virtù. Tu rimani sempre la mia Sposa, fedele, pura e feconda più che mai: la tua fede mi dia fedeli, la tua purezza vergini, la tua fecondità eletti e templi di Dio.

 

 

 

Tratto da http://www.totustuus.org/Veradevozione/Trattato0.htm#Trattato

 

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