MARIA NEL DISEGNO DI DIO E NEL DISEGNO DELLA CHIESA
[6]
Affermo con i Santi che la divina Maria è il paradiso terrestre del
nuovo Adamo, dove egli per opera dello Spirito Santo, si è incarnato
per operare incomprensibili meraviglie; Maria è il mondo di Dio, grande
e divino, dove si trovano bellezze e tesori ineffabili.
È
la magnificenza dell'Altissimo, dove questi nascose, come nel proprio
seno, il suo unico Figlio, ed in lui tutto quanto egli ha di eccellente
e di più prezioso. Oh! quante cose grandi e nascoste ha fatto Dio
onnipotente in questa creatura mirabile, come lei stessa dovette
ammettere nonostante la sua profonda umiltà:«Grandi cose ha fatto in me
l'Onnipotente». Il mondo non le conosce, perché ne è incapace e indegno.
[7]
I Santi hanno detto cose meravigliose di questa santa città di Dio
(Maria) e, stando alle loro stesse testimonianze, non sono mai stati
così eloquenti e felici, come quando hanno parlato di lei. Proclamano
perfino che l'altezza dei suoi meriti, da lei innalzati fino al trono
della divinità, non si può scorgere; la larghezza della sua potenza,
estesa perfino sopra un Dio, non si può capire infine, la profondità
della sua umiltà e di tutte le sue virtù e grazie, pari ad un abisso,
non si può sondare. O altezza incomprensibile, larghezza ineffabile,
grandezza smisurata, abisso insondabile!
[8]
Ogni giorno, da un capo all'altro della terra, nel più alto dei cieli,
nel più profondo degli abissi, tutto proclama, tutto divulga
l'ammirabile Maria. I nove cori degli angeli, le persone di ogni sesso,
età, condizione, religione, buoni e cattivi e persino i demoni sono
costretti volentieri o no a proclamarla beata, in nome della verità.
Tutti
gli angeli nei cieli -dice San Bonaventura- le cantano incessantemente:
«Santa, santa, santa Maria, Vergine Madre di Dio». E milioni e milioni
di volte, ogni giorno, le rivolgono il saluto angelico «Ave Maria...»,
mentre si prostrano dinanzi a lei e chiedono il favore d'essere onorati
di un suo comando. «San Michele stesso, -dice sant'Agostino- benché
principe di tutta la Corte celeste, è il più zelante nel renderle e
farle rendere ogni sorta di omaggi, sempre in attesa di avere l'onore
di volare, ad un suo cenno, in soccorso di qualcuno dei suoi servi».
[9]
Tutta la terra è piena della sua gloria, particolarmente fra i
cristiani, dai quali è scelta quale patrona e protettrice di parecchi
regni, province, diocesi e città. Quante cattedrali consacrate a Dio,
sotto il suo nome! Non c'è chiesa che non abbia un altare in suo onore;
non regione, non contrada, dove non si trovi qualcuna delle sue
miracolose immagini, davanti alle quali si guarisce da ogni male e si
ottiene ogni bene. Quante confraternite e congregazioni in suo onore!
Quanti istituti religiosi sotto il suo nome da sua protezione! Quanti
confratelli e consorelle di tutte le pie associazioni, religiosi e
religiose di tutti gli Ordini, pubblicano le sue lodi e annunciano le
sue misericordie!
Non
c'è nemmeno un bambino che, balbettando l'Ave Maria, non la lodi. Non
c'è un peccatore che, sebbene ostinato, non abbia in lei qualche
scintilla di speranza. Non c'è neppure un solo demonio nell'inferno
che, temendola, non la rispetti.
[10]
È dunque giusto e doveroso ripetere con i Santi: «DE MARIA NUMQUAM
SATIS» . Maria non è stata ancora abbastanza lodata, esaltata, onorata,
amata e servita. Ella merita più lode, rispetto, amore e servizio.
[11]
Bisogna anche affermare con lo Spirito Santo: «Tutto lo splendore della
figlia del Re è nell'interno» . Tutta la gloria esteriore, che a gara
le rendono il cielo e la terra, si direbbe un nulla a paragone di
quella che ricevette interiormente dal Creatore e che non è conosciuta
dalle povere creature, le quali non possono penetrare nel segreto più
intimo del Re.
[15]
Però affermo che, supposte le cose come sono, avendo voluto cominciare
e compiere le sue più grandi opere per mezzo della Vergine Maria fin
dal momento in cui l'ha plasmata, bisogna credere che non cambierà
metodo nei secoli dei secoli. Egli è Dio e non muta per niente né
sentimenti né modo di agire.
MARIA NEL MISTERO DI CRISTO
Nell'incarnazione
[16]
Dio Padre ha dato al mondo il suo unico Figlio soltanto per mezzo di
Maria. Per quanti sospiri abbiano elevato i patriarchi, per quante
richieste abbiano presentato i profeti e i santi dell'antica legge,
durante quattromila anni, per avere un simile tesoro, soltanto Maria
l'ha meritato ed ha trovato grazia davanti a Dio con la veemenza delle
sue preghiere e con la sublimità delle sue virtù. Il mondo - dice
sant'Agostino - era indegno di ricevere il Figlio di Dio direttamente
dalle mani del Padre. Questi l'ha dato a Maria perché il mondo lo
ricevesse per mezzo di lei. Il Figlio di Dio si è fatto uomo per la
nostra salvezza, ma in Maria e per mezzo di Maria. Dio Spirito Santo ha
formato Gesù Cristo in Maria, ma dopo averle chiesto il consenso per
mezzo di uno dei primi ministri della sua corte.
Nei misteri della Redenzione
[17]
Dio Padre ha comunicato a Maria la propria fecondità, per quanto ne era
capace una semplice creatura, per darle il potere di generare il suo
Figlio e tutti i membri del suo corpo mistico.
Nell'incarnazione
[20]
Dio Spirito Santo, che è sterile nella divinità, cioè non produce altra
persona divina, è divenuto fecondo per mezzo di Maria, che ha sposata.
E' con lei, in lei e da lei che egli ha prodotto il suo capolavoro, che
è un Dio fatto uomo, e che produce ogni giorno, fino alla fine del
mondo, i cristiani fedeli, membri del corpo di questo capo adorabile:
perciò, quanto più egli trova Maria, sua cara e indissolubile Sposa, in
un'anima, tanto più diventa operante e potente per formare Gesù Cristo
in quell'anima e l'anima in Gesù Cristo.
[21]
Con questo non si vuoi dire che sia la Santa Vergine a dare fecondità
allo Spirito Santo, come se egli non l'avesse da sè, poiché essendo
Dio, possiede la fecondità e la capacità di produrre, come il Padre e
il Figlio, anche se non la mette in atto, dal momento che non dà
origine ad altra persona divina. Si vuol dire che lo Spirito Santo,
tramite la Santa Vergine, di cui vuole servirsi benché non ne abbia un
bisogno assoluto, traduce in atto la propria fecondità, producendo in
lei e per mezzo di lei Gesù Cristo e i suoi membri. O mistero di
grazia, sconosciuto anche ai più dotti e spirituali tra i cristiani!
MARIA NELLA SANTA CHIESA
[22]
La condotta che le tre Persone della Santissima Trinità hanno tenuto
nell'Incarnazione e nella prima venuta di Gesù Cristo, è da loro
mantenuta ogni giorno, in maniera invisibile, nella santa Chiesa e sarà
conservata fino alla consumazione dei secoli, nell'ultima venuta di
Gesù Cristo.
[23]
Dio Padre ha radunato una massa di acque che ha chiamato mare; egli ha
pure riunito un insieme di tutte le grazie che ha chiamato Maria.
Questo grande Dio possiede un tesoro, o un deposito ricchissimo, dove
ha racchiuso tutto ciò che ha di bello, di splendido, di raro e di
prezioso, perfino il suo proprio Figlio; questo tesoro immenso non è
altro che Maria, che i santi chiamano tesoro del Signore e della cui
pienezza gli uomini sono arricchiti.
[24]
Dio Figlio ha comunicato alla sua Madre tutto ciò che ha acquisito con
la sua vita e la sua morte, i suoi meriti infiniti e le sue mirabili
virtù e l'ha costituita tesoriera di tutto ciò che il Padre gli aveva
dato in eredità; è per mezzo di lei che egli applica i propri meriti ai
suoi membri, che comunica le proprie virtù e distribuisce le sue
grazie; è il suo canale misterioso, il suo acquedotto, attraverso il
quale fa passare con dolcezza e abbondanza le sue misericordie.
[25]
Dio Spirito Santo ha comunicato a Maria, sua Sposa fedele, i propri
doni ineffabili; l'ha scelta come dispensatrice di tutto ciò che
possiede, di modo che ella distribuisce a chi vuole, nella misura che
vuole, come e quando vuole, ogni dono e grazia; nessun dono celeste
giunge agli uomini senza passare dalle sue mani verginali. Questa è la
volontà di Dio: che noi riceviamo tutto per mezzo di Maria. E così sarà
arricchita, innalzata e onorata dall'Altissimo colei che si era
dichiarata povera, umile e nascosta fin nel profondo del nulla con la
sua intima umiltà e per tutta la sua vita. Ecco il sentire della Chiesa
e dei santi Padri.
[26]
Se parlassi a degli spiriti critici di oggi, mi fermerei più a lungo a
provare ciò che ho detto con semplicità, citando la Sacra Scrittura e i
santi Padri, di cui potrei riferire i testi in latino; potrei portare
molte solide motivazioni, come si possono trovare sviluppate a lungo
nel libro La triplice corona della Santa Vergine, del padre Poiré. Ma
io parlo in particolare ai poveri e ai semplici, i quali hanno di
solito buona volontà e maggior fede dei sapienti e sanno credere con
più semplicità e maggior merito. Perciò mi accontento di esporre la
verità semplicemente, senza fermarmi a citare tutti i passi latini, che
essi neppure capiscono. Nè riferirò alcuni, senza farne una ricerca
sistematica. Ma proseguiamo.
[27]
La grazia perfeziona la natura, e la gloria perfeziona la grazia. E'
dunque certo che Cristo Signore anche in cielo è ancora Figlio di
Maria, come lo era sulla terra e quindi ha conservato la sottomissione
e l'obbedienza del più perfetto dei figli nei riguardi della migliore
di tutte le madri. Ma non dobbiamo vedere in questa dipendenza una
forma di abbassamento o di imperfezione in Gesù Cristo. Essendo Maria
infinitamente al di sotto del suo Figlio, che è Dio, non lo comanda
come farebbe una madre qui in terra con un suo figlio, che deve essere
sottomesso. Maria essendo tutta trasformata in Dio dalla grazia e dalla
gloria che trasformano i santi in lui, non chiede, non vuole e non fa
nulla che sia contrario all'eterna e immutabile volontà di Dio. Quando
si legge quindi negli scritti dei santi Bernardo, Bernardino,
Bonaventura, ecc. che in cielo e sulla terra tutto è sottomesso alla
Santa Vergine, perfino Dio stesso, essi intendono dire che l'autorità
che Dio ha dato a lei è così grande da sembrare che ella abbia il
medesimo potere di Dio e che le sue preghiere e domande sono così
potenti presso Dio da diventare come dei comandi presso la sua Maestà,
che non resiste
mai all'invocazione della sua cara Madre, poiché Ella è sempre umile e
conforme alla sua volontà. Se Mosè, con la forza della sua preghiera,
fermò la collera di Dio sugli Israeliti, in modo così efficace che
l'Altissimo e infinitamente misericordioso Signore, non potendo
resistere, gli disse di lasciarlo andare in collera e punire quel
popolo ribelle, che cosa dobbiamo pensare noi, a più forte ragione,
della preghiera dell'umile Maria, la degna Madre di Dio, più potente
presso la sua Maestà che non le preghiere e le intercessioni di tutti
gli angeli e i santi del cielo e della terra?
[31]
Dio Figlio vuole formarsi e, per così dire, incarnarsi ogni giorno nei
suoi membri per mezzo della sua cara Madre e le dice: «Prendi in
eredità Israele». Come se dicesse: Dio mio Padre mi ha consegnato in
eredità tutte le nazioni della terra, gli uomini buoni e cattivi,
fedeli e non credenti; io li condurrò, gli uni con scettro d'oro e gli
altri con verga di ferro; degli uni sarò il padre e il difensore, degli
altri il giusto castigatore e di tutti il giudice. Ma tu, mia cara
Madre, avrai in eredità e in possesso solo i fedeli credenti,
raffigurati da Israele e come loro buona madre li darai alla luce, li
nutrirai e farai crescere; come loro Regina, li guiderai, li governerai
e li difenderai.
[32]
«L'uno e l'altro è nato in esso», dice lo Spirito Santo. Secondo la
spiegazione di alcuni Padri, il primo uomo nato da Maria è l'Uomo-Dio,
Gesù Cristo; il secondo è il semplice uomo, figlio di Dio e di Maria
per adozione. Se Gesù Cristo, il Capo degli uomini, è nato in lei,
anche i veri credenti, che sono membri di questo Capo, devono per
conseguenza necessaria nascere in lei. Una stessa madre non mette al
mondo la testa, o il capo, senza le membra, né le membra senza la
testa: sarebbe un mostro della natura. Così nell'ordine della grazia,
il capo e le membra nascono da una stessa madre. Se un membro del
Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè un vero credente, nascesse da
un'altra madre, diversa da Maria che ha generato il Capo, non sarebbe
un autentico credente, né un membro di Gesù Cristo, ma una specie di
mostro nell'ordine della grazia.
[33]
Di più. Essendo Gesù Cristo oggi più che mai il frutto di Maria,
infatti il cielo e la terra ripetono mille e mille volte al giorno: «E
benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù», è sicuro che Gesù Cristo è
per ciascun uomo in particolare che lo possiede, e per tutti in
generale, vero frutto e opera di Maria. Se un fedele ha Gesù Cristo
formato nel suo cuore, può dire con certezza: «Grazie a Maria: ciò che
io possiedo è effetto e frutto suo; senza di lei non l'avrei». A lei si
possono applicare, con più verità che san Paolo non le applichi a se
stesso, queste parole: «Figlioli miei, che io di nuovo partorisco nel
dolore finché non sia formato Cristo in voi». «Io genero ogni giorno i
figli di Dio, fino a tanto che in loro sia formato nella sua piena
maturità Gesù Cristo, mio Figlio». Sant'Agostino, superando se stesso e
quanto ho appena detto, scrive che tutti i veri fedeli, per essere
conformi all'immagine del Figlio di Dio, sono in questo mondo nascosti
nel grembo della Santa Vergine, dove vengono custoditi, nutriti, curati
e fatti crescere da questa buona Madre, fino al momento di darli alla
luce nella gloria, dopo la morte, che è esattamente il giorno della
loro nascita, come la Chiesa chiama la morte dei giusti. O mistero di
grazia, sconosciuto a chi non ha fede e poco conosciuto anche dai
credenti!
[34]
Dio Spirito Santo vuole formarsi degli eletti in lei e per mezzo di lei
e le dice: «Metti radici nei miei eletti». Mia amatissima e mia Sposa,
metti la radice di tutte le tue virtù nei miei eletti, perché crescano
di virtù in virtù, di grazia in grazia. Io ho preso tanto diletto in te
quando vivevi sulla terra, nella pratica delle virtù più sublimi, che
io desidero trovarti ancora sulla terra, senza per questo lasciare il
cielo. Perciò ti devi riprodurre nei miei eletti: che io possa vedere
in essi con piacere le radici della tua fede incrollabile, della
profonda umiltà, della mortificazione universale, dell'orazione
sublime, della carità ardente, della ferma speranza e di tutte le tue
virtù. Tu rimani sempre la mia Sposa, fedele, pura e feconda più che
mai: la tua fede mi dia fedeli, la tua purezza vergini, la tua
fecondità eletti e templi di Dio.
Tratto da http://www.totustuus.org/Veradevozione/Trattato0.htm#Trattato